Signori della Guardia,
in prossimità delle festività di fine anno, rivolgo i miei affettuosi auguri alle SS. LL. ed alle Loro famiglie. L’anno scorso non avremmo mai immaginato di vivere un’esperienza simile.
Per quanto riguarda il nostro Istituto, il 2020 era partito bene, con una bella edizione dell’anniversario della fondazione (il 142°), molte iscrizioni e, nel complesso, un clima di rinnovata fiducia e speranza, purtroppo durato soltanto fino alla fine di febbraio.
Dopo di allora, gran parte delle nostre attività non hanno potuto svolgersi o almeno non con le modalità che avevamo previsto, in primis la commemorazione del bicentenario della nascita del re Vittorio Emanuele II, fondatore dello Stato italiano, che le attuali istituzioni non hanno ricordato.
Abbiamo fatto quel che potevamo: la pubblicazione della rivista, alcune funzioni religiose, la pubblicazione di nostre pagine su quattro quotidiani nazionali, interventi sui cosiddetti “social” e qualche altro evento.
Sono grato alle delegazioni che, malgrado le oggettive difficoltà, hanno comunque adottato varie iniziative, benché ovviamente non si siano registrate presenze analoghe a quelle degli altri anni.
Pur registrando una notevole flessione nelle entrate, abbiamo fortemente limitato le uscite e pertanto ritengo che sarà possibile chiudere l’anno finanziario con uno sbilancio minimo.
Quasi centottanta, al momento, i nuovi ingressi nell’Istituto, anche se purtroppo un numero quasi doppio di iscritti non rinnovano da due anni la propria iscrizione.
Concludo rivolgendo un pensiero alle Guardie d’Onore che sono scomparse quest’anno, alcune per questo maledetto virus (il prof. Moglia, primario ospedaliero a Pavia, don Savino Tamanza, sacerdote all’antica, morto nel fare assistenza ai poveri ed ai malati), felicitandomi con i guariti.
Con la speranza che possiamo tutti insieme riprendere presto e con vigore il nostro cammino al servizio della nostra Patria, per la difesa della sua storia e per le nostre idealità comuni, rinnovo i miei migliori auguri di salute e serenità.
Avanti, Savoia.
Capitano di Vascello (r.)
Dr. Ugo d’Atri